Il raggiungimento di un mondo e un’economia migliori sarà possibile solo attraverso lo sforzo di molteplici attori, non solo aziende e istituzioni, ma dovranno essere coinvolti anche i consumatori.
Ma qual è concretamente la conoscenza di tutti gli italiani sulla sostenibilità?
In questo articolo verranno confrontati diversi studi allo scopo di comprendere come è cambiata negli anni la conoscenza sugli SDGs, i trend di consumo responsabile e le preferenze di acquisto della popolazione italiana.
La prima indagine presa in considerazione è stata elaborata dall’IPSOS in collaborazione con l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, organizzazione fondata nel 2016 con lo scopo di incrementare e divulgare la rilevanza dell’Agenda 2030 e dello sviluppo sostenibile in Italia. Lo studio è stato sviluppato nel 2022 su un campione di 1200 persone con età compresa tra i 16 e i 65 anni.
I risultati hanno rivelato che il 95% degli italiani è familiare con il concetto di sostenibilità ma solo il 34% è a conoscenza di cosa sia l’Agenda 2030 e i Sustainable Development Goals.
Proseguendo con un’analisi più approfondita la maggior parte degli italiani (85%) ha dichiarato che lo sviluppo sostenibile è principalmente legato alla tutela e protezione dell’ambiente, senza prendere così in considerazione gli aspetti sociali e economici invece fondamentali per il raggiungimento di una crescita economica che rispetti l’ambiente e i diritti umani, sia delle attuali generazioni che di quelle future come definito nel 1987 dal Rapporto Brundtland.
Considerando nel dettaglio i 17 SDGs, gli intervistati hanno individuato come più rilevanti gli obiettivi di Lotta al cambiamento climatico e Energia pulita e accessibile, confermando il trend di maggior rilevanza percepita dalla popolazione italiana dell’aspetto ambientale dello sviluppo sostenibile piuttosto che della dimensione economica e sociale.
L’obiettivo infatti reputato meno importante risulta essere Partnership for one goal il cui scopo principale è fare in modo che la politica, in particolare dei paesi più sviluppati, assicuri un maggiore contributo al raggiungimento di tutti gli obiettivi attraverso finanziamenti, politiche e la collaborazione internazionale.
La crescente consapevolezza nei confronti della sostenibilità avvenuta negli ultimi anni si riflette inevitabilmente sulle scelte quotidiane e individuali di tutti. Anche a causa della mobilità giovanile e dell’informazione sulla crisi climatica in aumento nei media, le nuove generazioni risultano maggiormente coinvolte e interessate a condurre uno stile di vita più responsabile richiedendo maggiori informazioni e trasparenza alle aziende.
A confermare come la tendenza di consumo responsabile sia cresciuta nel corso del tempo è l’indagine elaborata nel 2022 dall’Osservatorio per la Coesione e l’Inclusione Sociale. Infatti, tale analisi è stata confrontata con il rapporto Irpef del 2002 relativo ai medesimi temi fornendo così un quadro completo delle abitudini di acquisto consapevoli della popolazione italiana.
Se nel 2002 il 28,5% del campione intervistato dall’Irpef ha dichiarato di adottare scelte di consumo responsabile, questo dato nel 2022 risulta più che raddoppiato raggiungendo un valore pari a 62,6%.
L’analisi 2022 ha inoltre indagato la conoscenza degli italiani rispetto alle tipologie di commercio responsabile, suddivise tra:
- consumo critico: orientare le scelte di acquisto sulla base di criteri etici che riguardano il processo produttivo dei beni e le condizioni di lavoro. Consumare criticamente significa anche applicare i principi dell’economia circolare al proprio stile di vita e quindi ridurre, recuperare, riciclare e riparare.
- commercio equo e solidale: tipologia di commercio alternativo internazionale che opera principalmente in paesi in via di sviluppo con l’obiettivo di assicurare al produttore un prezzo più giusto e garantire la tutela del territorio. Spesso questo tipo di prodotti sono dotati di una certificazione.
- sobrietà: principio che si oppone al consumismo attraverso l’applicazione della semplicità e eliminazione del superfluo nelle proprie scelte d’acquisto.
- turismo responsabile: definito dalle Nazioni Unite come un modo di viaggiare che tenga conto del suo impatto sociale, economico e ambientale presente e futuro, in grado di soddisfare le esigenze dei visitatori, delle comunità locali, dell’ambiente e delle aziende.
- gruppi di acquisto solidale: gruppi che nascono spontaneamente dalla volontà di numerose famiglie di mettersi in contatto con produttori a km 0 e responsabili. Generalmente, si applica ai beni alimentari.
Tra le forme di commercio più conosciute spicca il principio di sobrietà seguito dal commercio equo e solidale. Nonostante la conoscenza della popolazione italiana delle modalità perseguibili per condurre uno stile di vita più consapevole, circa il 40% degli intervistati del 2022 dichiara di non applicare e non essere interessati ad applicare alcuna delle forme di acquisto responsabile pur essendo informati al riguardo.
Nonostante ciò, si osserva una crescita non indifferente delle pratiche di consumo responsabile rispetto al ventennio precedente; risulta quindi evidente come sia chiaro alla popolazione italiana che anche le azioni individuali possono comportare conseguenze rilevanti per la comunità a livello locale e globale. Tali comportamenti non si limitano alle scelte di acquisto ma sono estesi anche ad abitudini quotidiane che possono essere considerate banali ma in realtà molto efficaci.
Uno studio risalente al 2020 sviluppato da Nordstat e Green Media Lab ha rivelato che tre quarti degli italiani dichiarano di aver modificato comportamenti e abitudini domestiche. In particolare, è stata osservata una maggiore cura nella riduzione degli sprechi alimentari ed energetici e in relazione alla produzione di rifiuti.
I dati raccolti forniscono un chiaro profilo della situazione attuale italiana. Risulta sicuramente positivo che l’informazione nei confronti della crisi climatica e della sostenibilità sia ormai alla portata della quasi totalità della popolazione italiana come anche la tendenza di crescita delle abitudini di acquisto responsabili sia più che raddoppiata negli ultimi 20 anni.
Tuttavia è anche evidente la possibilità di ulteriore incremento del consumo consapevole, avverabile solo attraverso un ulteriore aumento della consapevolezza della popolazione italiana, attraverso interventi da parte delle istituzioni e lo sviluppo di strumenti per il supporto della produzione locale e solidale.
FONTI:
https://asvis.it/public/asvis2/files/Presentazioni/Rapporto_di_ricerca_Ipsos_ASVIS.pdf
Studio GML e Nordstadt