Al fine di aiutare le imprese italiane a fornire in maniera chiara e corretta le
caratteristiche ambientali dei propri imballaggi, il Mase ha emanato il decreto di adozione “Linee Guida tecniche per l’etichettatura ambientale degli imballaggi” sviluppato con il gruppo tecnico del CONAI.
Il Decreto Legislativo n. 360 del 28/9/22, entrato in vigore a partire dal primo gennaio 2023, recepisce le nuove regole dell’Unione Europea sull’etichettatura e gli imballaggi.
Si tratta di una normativa più stringente che obbliga i produttori a identificare e classificare in modo preciso ed esplicito la natura dei materiali di imballaggio utilizzati.
Le linee guida potranno essere aggiornate o modificate periodicamente, alla luce di nuove
disposizioni di legge, specifiche indicazioni, semplificazioni tecniche, consultazioni e confronti con le Associazioni di imprese.
La premessa fondamentale del decreto è che tutti gli imballaggi siano opportunamente
etichettati seguendo le disposizioni delle norme tecniche UNI applicabili, e in aggiunta è necessario che l’etichettatura di ogni imballaggio sia conforme alle indicazioni definite dalla Commissione dell’Unione Europea. Lo scopo ultimo di tale norma è quello di garantire che i processi di raccolta, riutilizzo, recupero e riciclaggio del packaging avvengano con più facilità.
Per quanto riguarda invece gli imballaggi destinati al mercato B2B, questi non devono obbligatoriamente riportare tutte le informazioni invece mandatorie per la vendita ai consumatori, ma possono limitarsi ad indicare l’identificazione dei materiali di imballaggio.
Al fine di fornire supporto ai produttori di packaging, le linee guida ministeriali offrono infografiche, esempi e definizioni per il corretto conferimento dei rifiuti per la raccolta differenziata.
Particolare accento viene posto sulla differenza tra imballaggio monomateriale, composto e multicomponente.
Nel primo caso si tratta di packaging costituiti da un unico materiale o imballaggi formati da diversi polimeri che non possono essere separati tra di loro (multistrato).
Parlando di imballaggio composto si intende invece una confezione costituita da diversi materiali non separabili manualmente. Nel caso in cui il materiale presente in proporzione minore sia inferiore al 5% del peso totale del packaging, l’imballaggio è considerato monomateriale venendo etichettato come il materiale dominante.
L’imballaggio multicomponente, invece, è formato da un imballaggio prevalente chiamato corpo principale e altri imballaggi, detti componenti. In questo caso, accade spesso che lo stesso imballaggio sia composto da materiali che devono essere differenziati in modo diverso affinché la raccolta sia efficace. Ne rappresenta un esempio la bottiglia di prosecco, generalmente composta da: una bottiglia di vetro (corpo principale), una gabbia di alluminio e un tappo in sughero (componenti).
La novità introdotta più rilevante è la possibilità di digitalizzare le etichette.
Questa riforma assicura che ogni utente possa accedere alle informazioni necessarie per il corretto smaltimento del packaging senza la necessità di produrre etichette che in alcuni casi possono risultare troppo ingombranti o non chiare a causa del poco spazio disponibile.
Un ulteriore strumento offerto alle imprese è la piattaforma sviluppata dal Conai in cui sono identificati tutti i tool disponibili a supporto delle aziende. All’interno della piattaforma sono infatti presenti documenti, domande frequenti, linee guida volontarie e non, articoli e infine lo strumento e-tichetta. Si tratta di una piattaforma pensata per supportare le imprese a definire le informazioni utili per comporre un’etichetta corretta e conforme alle norme.
Risulta quindi chiaro come tale decreto rappresenti un passo avanti per una transizione verso l’economia circolare. Infatti, la corretta gestione degli imballaggi ha un ruolo cardine per garantire una maggiore performance in termini di riutilizzo e riciclo. In questo contesto si inserisce perfettamente lo schema corporate offerto da Circular Evolution che, tra i diversi indicatori, ne propone alcuni sull’origine e la gestione degli imballaggi.
Il caso Junker
Junker è un’applicazione per cellulari e tablet che nasce dalla volontà di aiutare i cittadini a svolgere la raccolta differenziata.
Questo risulta possibile in maniera semplice e veloce attraverso la sola scansione dei codice a barre dei prodotti. Infatti, una volta selezionato il comune di interesse e inquadrato il codice a barre, Junker fornisce all’user l’indicazione su come e dove cestinare il prodotto selezionato.
Con l’ingresso della nuova normativa sull’etichettatura ambientale, l’azienda ha sviluppato un servizio per la digitalizzazione delle informazioni di smaltimento. Affinché tale processo avvenga correttamente è fondamentale che il consumatore finale abbia a disposizione informazioni chiare e soprattutto facilmente accessibili.
Junker risponde a questa necessità fornendo un’etichetta ambientale digitale con tre modalità differenti: da codice a barre, dal sito web o attraverso Qr Code.
Nel primo caso bisogna utilizzare l’app Junker leggendo il codice a barre del prodotto in modo da ottenere l’etichetta ambientale, per garantire maggiore chiarezza tale possibilità può essere indicata con una breve frase sul packaging.
La seconda alternativa consente alle imprese di integrare il proprio sito web con indicazioni precise su come svolgere la differenziata attraverso l’inserimento di un iframe nella pagina del prodotto di interesse.
In ultimo, le aziende possono inserire nell’imballaggio dei propri prodotti un Qr Code scansionabile da qualsiasi dispositivo permettendo inoltre un aggiornamento in tempo reale delle indicazioni.
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